La terapia della fibromialgia è piuttosto complessa. È necessario, infatti, agire su più fronti, seguendo il paziente molto da vicino. Per cominciare, va rassicurato il paziente, in quanto molto spesso il soggetto è sfiduciato, depresso, preoccupato, provato da anni di accertamenti medici o chirurgici (uno studio ha dimostrato che i pazienti fibromialgici vengono sottoposti ad interventi chirurgici con una frequenza doppia rispetto alla media), prima di arrivare alla diagnosi.
È fondamentale che il fibromialgico non si abbandoni all’immobilità.
È indispensabile che il paziente continui a fare movimento, alternando esercizi aerobici con allenamenti mirati sia a rafforzare la muscolatura che a mantenerne la flessibilità
Deve interrompere quel circuito, dove mi sento stanco e non mi muovo, e meno mi muovo e più mi sento stanco. È un loop dal quale è necessario uscire. Muoviti! Nuota, cammina, balla, fa ciò che preferisci, ma muoviti! È indispensabile ascoltare il proprio corpo e spingerlo in modo graduale ad intensificare l’attività fisica superando il momento di difficoltà iniziale che porta spesso a desistere.
Ho sperimentato in prima persona che applicando la respirazione la circolare allo sport, è possibile attenuare il senso della fatica. Ciò consente, a chi soffre di fibromialgia, un più facile approccio mentale al movimento, abbassando l’ostacolo del classico pensiero”fa male tutto, non ho energia per stare in piedi, figuriamoci per fare sport.”
Inoltre, il Rebirthing, facilitando lo smaltimento dell’acido lattico nei muscoli e favorendo il recupero fisico, consente al fibromialgico di ridurre la paura di un intensificarsi del dolore.
Simona Salvi
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